Monday, December 10, 2012

OPERATION FRESHMAN / Operazione Freshman

Royal Engineers

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A little shed. A little olive drab plywood shed was what in 1985 in Fyljesdalen, Norway, four men from Royal Air Force (RAF) and one historian from Norwegian Army were looking at.
The little scraped DP349 sign in a corner let them eyes shine. They found it! The Horsa glider that in 1942 tried to stop the Nazis run to the atomic bomb was in front of them.
The poor remains, rotten and bloated of water were the last token of a daring attempt to stop insanity.

Everything started on the 22nd of June 1940 when Sir Winston Churchill, seen the success of German airborne divisions on the attack of Eben-Emael fort, wrote a memorandum to the War Office trying to get in line an allied airborne division. On the 12th of September 1941 the final prototype of the Airspeed Horsa glider did the maiden flight replying to the X.26/40 specification of Air ministry.
The furniture trade were responsible for all production of building the HS51, this the code name of the aircraft. In less than ten months already 2345 aircrafts have been built!

On the night of 19th November 1942 the baptism of fire happened. Immediately a daring operation was committed to this new war’s tool. The purpose of the raid was to destroy the heavy water plant in Rjukan, Norway (The operations against this heavy water plant formed the basis of the Hollywood film "The Heroes of Telemark").
The plan expected to use gliders to drop in the area Royal engineers equipped with devices and knowledge to destroy the plant.  Then they were expected to escape through the Norwegian border into Sweden.
In May 1940, shortly after the German occupation of Norway, British Intelligence learnt that the Vemork plant had been ordered to increase production of heavy water to 3,0001b per year, a figure advanced to 10,0001b in January 1942. Six weeks later, a group of young Norwegians planning to join one of their units in Britain hijacked the coastal steamer Galtesund and sailed her to Aberdeen. Among them was Einar Skinnarland on one month's annual holiday from the Vemork plant.

The layout of the plant was already known in Britain, thanks to information provided by Professor Lief Tronstadt, a Norwegian scientist who had escaped before the occupation. But Skinnarland was able to provide details of the German guarding system and, even more important, was prepared to return to Vemork to act as guide for a future sabotage operation. After a comprehensive debriefing on the current situation at Vemork and very basic parachute training, he was dropped over the Hardanger Vidda Mountains by an RAF aircraft on March 28, 1942. This was 11 days after he had reached Aberdeen and just in time for his return to work.

Because of the mountainous terrain and swiftly changing weather conditions, Skinnarland's return was only the second operation the RAF had been able to accomplish on behalf of Special Forces in Norway at that stage of the war. Moreover, the summer nights were too short to give adequate cover, so no attempt could be made to capitalise on the intelligence Skinnarland had provided until the autumn of 1942. He, meanwhile, befriended the chief engineer of the plant, gleaned from him additional information necessary for a coup de main operation and relayed this by radio to the Special Operations Executive (SOE) in London.


A four-man team of the Norwegian SOE, led by Lieutenant Jens Anton Poulsson, had been dropped successfully in October and established contact with Skinnarland. Their task was to select and prepare landing sites for two gliders carrying British Royal Engineers and, based on latest information from Skinnarland, guide them to the Vemork plant.
On 19th of November 1942 two Horsa gliders and two towing Handley Page Halifax took 28 Royal Engineers over Norway. Unfortunately the bad weather conditions saw two gliders and one Halifax crashed. Consequentely the operation was a fail.

Twenty-three men survived to the impact but they have been executed by German troops behind Generaloberst Nickolaus von Falkenhorst command. This led to war crime trial against him after the war.
In 1985 an operation was lead to recover the remnants of the aircrafts. The pieces found (300 circa) are conserved as memorial at the Assault Glider Trust, United Kingdom.

An official report wrote by RAF in 1942 is visible here.


Bibliography:
http://arnhemjim.blogspot.co.uk/2011/03/nothing-is-impossible-glider-pilot.html



Un piccolo capanno. Un piccolo capanno in compensato marino grigioverde era cio’ che nel 1985 a Fyljesdalen, Norvegia, quattro uomini della Royal Air Force (RAF) e uno storico dell’esercito Norvegese stavano osservando. La scritta DP349 che, scrostata, si intravedeva in un angolo sporco di terra, fece brillare loro gli occhi. L’avevano trovato! 
L’aliante Horsa che nel 1942 aveva tentato di fermare la corsa nazista alla bomba atomica era di fronte ai loro occhi. I poveri resti marci e gonfi d’acqua erano l’ultima testimonianza di un ardito tentativo atto a fermare la follia.

Tutto nacque il 22 Giugno 1940 quando Sir Winston Churchill, visti I successi delle divisioni aereotrasportate Tedesche nell’attacco al forte Eben-Emael, scrisse un memorandum al War office nel tentativo di dotarsi di una divisione aereotrasportata. Il 12 Settembre 1941 il prototipo definitivo dell’aliante Airspeed Horsa prese il volo rispondendo alla specifica X.26/40 dell’Air Ministry. Aziende che operavano nel campo dell’arredamento  si misero all’opera per costruire l’HS 51, questa la designazione del modello. In meno di dieci mesi gia’ 2345 esemplari erano assemblati e pronti all’impiego.

La notte del 19 Novembre 1942 vi fu il battesimo del fuoco. Subito un’operazione arditissima venne affidata a questo nuovo strumento di guerra. Lo scopo del raid era distruggere l’impianto di acqua pesante a Rjukan, Norvegia (ndr: l’operazione contro questo impianto di acqua pesante fu la base per il film Hollywoodiano Gli eroi di Telemark). Il piano prevedeva di utilizzare gli alianti che avrebbero portato in zona i Royal Engineers con le attrezzature e le conoscenze necessarie per distruggere la fabbrica. Successivamente avrebbero raggiunto la Svezia grazie all’aiuto dei partigiani norvegesi.
Appena dopo l’occupazione tedesca della Norvegia nel maggio 1940, la British Intelligence apprese che l’impianto di Vermork aveva ricevuto la richiesta di aumentare la sua produzione di  acqua pesante a 3.000 lb con una previsione di 10.000 lb per il gennaio 1942. Da qui le premesse per l’operazione. L’acqua pesante, infatti,  era assolutamente necessaria al Reich per portare avanti la produzione di Plutonio. Unitamente a questo, sei settimane dopo l’occupazione della Norvegia sei giovani norvegesi rubarono un vaporetto con il quale navigarono fino ad Aberdeen per unirsi ad una delle loro unita’esiliate. Fra di loro vi era Einar Skinnarland il quale lavorava come ingegnere presso l’impianto di Vermork: divenne un uomo chiave nel tentativo di arrestare la produzione di plutonio tedesca al fine di costruire la bomba atomica durante la seconda guerra mondiale.

La struttura dell’impianto era gia’ conosciuta in Gran Bretagna grazie alle informazioni ricevute dal Professor Lief Tronstadt, uno scienziato fuggito prima dell’occupazione. Skinnarland, pero’, riusci ad aggiungere dettagli vitali quali il sistema di difesa dell’impianto. In aggiunta Skinnarland fu addestrato come guida per future operazioni di sabotaggio. Dopo aver provveduto tutte le informazioni in suo possesso ed aver ricevuto addestramento sull’uso del paracadute fu lanciato fra le montagne Hardanger Vidda il 29 marzo 1942 da un  aereo della RAF. Undici giorni dopo la sua partenza per Aberdeen si ripresentò nuovamente  al suo posto di lavoro nell’impianto di Vernork custodendo il segreto sulla missione.

A causa del pessimo tempo norvegese e delle poche ore di luce si dovette aspettare l’autunno successivo per poter capitalizzare le informazioni provvedute di Skinnarland. Nel frattempo lui, grazie all’amicizia con il capo ingegnere dell’impianto, fu in grado di aggiornare costantemente via radio lo Special Operations Executive (SOE) a Londra.

L’operazione Freshman condotta la notte del 19 Novembre vide protagonisti due alianti Horsa e due Handley Page Halifax con ruolo di trainatori. Ventotto Royal Engineers vennero assegnati all’incarico. Precedentemente, in Ottobre, quattro membri norvegesi del SOE erano stati paracadutati. Il loro compito era preparare il sito d’atterragio per i due alianti e guidare i Royal Engineers agli impianti da distruggere. Questa fu’ la prima operazione che vide l’uso di alianti tattici da parte degli alleati. Sfortunatamente le pessime condizioni del tempo fecero schiantare un Halifax ed entrambi gli alianti. 

Ciò porto all’insuccesso completo della spedizione.

I ventitré sopravvissuti furono giustiziati dietro ordine del GeneraloberstNickolaus von Falkenhorst. In seguito fu incriminato per crimini di guerra da parte del Regno Unito per aver contravvenuto gli accordi di Ginevra.

Come già accennato, nel 1985 venne condotta un’operazione di recupero dei resti di questi gloriosi aerei. I pezzi ritrovati (circa 300) sono conservati a memoriale dall’Assault Glider Trust.

Un rapporto ufficiale redatto della RAF nel 1942 e recentemente desecretato e’ visibile qui. 

Bibliografia:
http://arnhemjim.blogspot.co.uk/2011/03/nothing-is-impossible-glider-pilot.html




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